
Chi sono: la mia storia
e il mio approccio come psicologa
Amo aiutare le persone a costruire una vita migliore nonostante gli ostacoli e le sofferenze.
Ciò che mi dà più soddisfazione è vedere i miei pazienti crescere, diventare più consapevoli, motivati e coerenti con i propri valori.
Chi sono e il mio percorso
Mi chiamo Simonetta Acerboni.
Mi sono laureata prima in filosofia e poi in psicologia.
Ho insegnato per oltre vent’anni nella scuola secondaria di secondo grado, cercando di trasmettere passione per lo studio, e soprattutto, impegnandomi ad ascoltare e valorizzare i miei studenti come persone in crescita.
Sono iscritta all’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.


Faccio parte di ACBS (Association for Contextual Behavioral Science) e di ACT Italia (Associazione Italiana di Acceptance and Commitment Therapy).
Ho conseguito un master in psicologia ludica nell’età evolutiva (un approccio esperienziale con le carte Dixit) e mi sono formata al metodo Puviani, che impiega il disegno come strumento di autoconoscenza e cambiamento, senza interpretazioni o misurazioni.
Nel mio lavoro, adotto come modello di riferimento la Terapia dell’Accettazione e dell’Impegno (ACT): un approccio scientificamente validato che aiuta a sviluppare la flessibilità psicologica.
Questa capacità consente di vivere con consapevolezza il momento presente, aprirsi alle proprie esperienze (anziché evitarle, generando sofferenza) e agire in linea con la persona che vogliamo essere.
I miei valori professionali sono la competenza, l’empatia, il rispetto dell’altro, l’onestà e la cura della relazione interpersonale.


Il mio metodo di lavoro
Il mio studio è un luogo accogliente, dove le persone possono sentirsi ascoltate, riconosciute e supportate nello sviluppo di abilità che permettono di vivere guidate da ciò che sta loro a cuore.
Mi piace definire questo contesto “cre-attivo”, perché lo co-costruisco insieme al paziente, con modalità coinvolgenti e commisurate alle sue caratteristiche individuali.
Spesso propongo ai pazienti strumenti giocosi e creativi (immagini, disegni, metafore) per facilitare l’emersione del loro mondo interno dei pazienti, dare voce ad esso e favorire la trasformazione.